L’Opera ri Pupi a Lampedusa

LAMPEDUSA



LampedusaQuando si parla di teatro siciliano non si può fare a meno di pensare all’opera dei Pupi, che narra di quei cavalieri d’occidente che battagliano contro i musulmani. E quale luogo migliore di Lampedusa, a metà strada fra oriente e occidente, per creare un piccolo teatrino dove rappresentare queste vicende. Carmelo Maggiore, detto il Conte, era colui che nel passato si occupava di dare vita e voce a questi Pupi, che rappresentavano il ciclo carolingio di Carlo Magno e Rinaldo.
Oggi il compito è passato in mano a Giacomo Sferlazzo, che grazie al collettivo Askavusa ha recuperato i pupi abbandonati, che rischiavano di finire nel dimenticatoio, e ha ridato loro vita e voce. Il teatro era un tempo un po' come uno schermo della tv oggi: gli spettatori guardavano con curiosità e interesse tutte le vicende che si svolgevano sul palcoscenico, e tornado a casa ne parlavano e riparlavano sino alla settimana successiva, quando veniva messa in scena un’altra opera. Oggi allo stesso modo Giacomo Sferlazzo vuole raccontare le vicende attuali di immigrati che approdano a Lampedusa e che si scontrano con i “paladini” occidentali con cui devono fronteggiare quotidianamente, e lo fa ridando vita anche a quei pezzi di legno delle barche abbandonate, che sono state mezzo di speranza di tanti uomini e donne, legno che vivo, muore per diventare un oggetto che poi viene abbandonato e poi di nuovo riportato in vita, ma questa volta con un volto e con un carattere. E così non si perde la memoria.