Lampedusa museo diffuso 2

LAMPEDUSA



Lampedusa Un luogo che invece non è un’opera d’arte propriamente detta, è il Molo Favaloro: lì vengono accolti tutti coloro che migrano dalle loro terre natie e vanno in cerca di un futuro migliore. Durante le notti di approdo, le coperte termiche che brillano sembrano delle stelle che, venute giù dal cielo, avvolgono i migranti e li accompagnano nella loro nuova e sconosciuta vita.
Mondo che può essere in salita come una scala, quella colorata che si trova tra il centro e il Porto Vecchio, che collegava il porto con la zona dello sbarcatoio e il centro abitato; alcune fotografie del passato mostrano le donne che salivano e scendevano con gli attrezzi per la lavorazione del pesce. Grazie ad una associazione di Lampedusa, Alternativa giovani, la scala ha ritrovato una nuova vita, dei nuovi colori, che dimostrano che le diversità non sono elementi di disgregazione, ma, così come una scala, rappresentano l’unione che è tipica degli abitanti di Lampedusa.
Altrettanto importante è il Museo delle Pelagie, che nelle sue quattro sale racchiude la storia archeologica dell’isola: nella prima si trova la parte riguardante la preistoria di Lampedusa e Linosa, con i reperti del Neolitico e del Bronzo Antico (V millennio a.C.- II millennio a. C.); nelle sale a seguire si trovano i reperti provenienti dall’industria di lavorazione del pesce di età romana a Cala Salina (II sec. a.C – II sec. d.C.), reperti del tardoantico e quelli inerenti alla catacomba paleocristiana di Cala Palma a Lampedusa (V-VI sec. d.C.); infine nell’ultima sala si trova la statua della dea Fortuna.

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